Inclusione ed Appartenenza nell’era del lavoro ibrido

L’era del lavoro ibrido offre alle aziende la possibilità di accedere a talenti più qualificati e diversi, comportando nuove sfide nella gestione della diversità e nella promozione del benessere e dell’esperienza lavorativa dei dipendenti.

La creazione di una cultura inclusiva ed equa è una priorità per molte organizzazioni che si impegnano in approcci DEI (Diversità, Equità e Inclusione) per creare ambienti di lavoro accoglienti ed adeguati.

La crescente diffusione del lavoro ibrido e delle relazioni lavorative virtuali rende necessario prestare maggiore attenzione alla costruzione della “Appartenenza” all’interno di questa diversità – DEIB (Diversity, Equity, Inclusion & Belonging). Ciò significa che le organizzazioni dovrebbero riconoscere che i dipendenti non considerano più il lavoro solo come mezzo per costruire la loro credibilità finanziaria e sociale, ma anche come opportunità per sviluppare un senso di scopo, realizzazione e benessere personale.

L’inclusione e l’appartenenza sono concetti complementari, ma differenti. L’inclusione è un processo attivo che può essere promosso dall’organizzazione o dalle persone che vi operano, mentre l’appartenenza è una sensazione che i dipendenti sperimentano come risultato degli sforzi di inclusione. Un ambiente di lavoro inclusivo è un luogo in cui le persone si sentono a loro agio e libere di esprimere la loro vera personalità, i loro talenti e aspirazioni, ma anche le loro insicurezze, dubbi e preoccupazioni.

L’appartenenza, inoltre, è strettamente correlata alla motivazione intrinseca dei dipendenti. Quando si sentono inclusi e valorizzati, sperimentano una motivazione interna che li spinge a trovare soddisfazione e significato nel lavoro che svolgono. Questo genera un senso di scopo e connessione condivisi all’interno dell’organizzazione e contribuisce a creare una forza lavoro impegnata, motivata e coesa.

Antonio Cassano – Managing Partner